Rimini ed entroterra

Vogliamo raccontarvi una Rimini che, per chi pensa a Rimini e non ci abita, non esiste. Una Rimini che per conoscerla occorre girare le spalle alla spiaggia, al mare, ai locali lungo la costa e dirigersi verso l’interno. Eccola la nostra città con la sua veste più storica, culturale e paesaggistica.

il centro storico

Cominciamo dalla città stessa e dal centro storico che in questi ultimi anni ha recuperato tanta bellezza: ampie zone verdi al posto dei parcheggi (anche se questo ha creato un bel po’ di difficoltà a chi arriva in auto), il mercato settimanale decentrato, il teatro ottocentesco ricostruito, angoli che da anonimi punti di passaggio ora sono piccoli, deliziosi itinerari per brevi passeggiate. Rimini è una scoperta continua di tesori archeologici che tornano alla luce e diventano nuovi punti di interesse. Pensate che in questa città il dna degli antichi romani è ancora più presente in percentuale rispetto alla stessa Roma. Se poi ci aggiungiamo due secoli di Signoria dei Malatesta (1300-1500), è facile capire che, ovunque si scavi, affiori un muro, un arco, una suppellettile che come minimo ha 500 anni.

L’ingresso della città è annunciato dall’Arco d’Augusto (costruito nel 27 a.C.), il più antico arco romano esistente, tra quelli conservati. Proseguendo lungo il Corso che porta lo stesso nome si arriva alla Vecchia Pescheria, una loggia costruita a metà del ‘700 che conserva i lunghi banconi di marmo su cui veniva esposto il pesce e le “poveracce”, ovvero le vongole, cibo dei poveri di un tempo, oggi regine di molti piatti di questa zona, che però hanno conservato il loro nome tradizionale.

Pochi passi ed eccovi al Tempio Malatestiano, voluto da Sigismondo Pandofo Malatesta che custodisce un crocifisso di Giotto e un affresco di Piero della Francesca.

Non perdetevi la visita guidata del Museo diffuso dedicato a Federico Fellini, riminese di nascita, dove “tutto si immagina”. La visita si concentra su tre elementi storici:

  • Castel Sismondo, la rocca malatestiana del Quattrocento al cui progetto contribuì Filippo Brunelleschi
  • il Palazzo del Fulgor, un edificio del Settecento che ospita il leggendario cinema immortalato in “Amarcord” 
  • Piazza Malatesta, con spazi verdi, arene per spettacoli, installazioni artistiche e un immenso velo d’acqua per ricordare l’antico fossato del castello. 
E adesso, andiamo a scoprire l’entroterra, con le sue vallate, i borghi medievali e i castelli spesso incastonati su picchi rocciosi, da cui dominano tutto il territorio. Noi lo adoriamo.

Verucchio

L’ imponente masso su cui il borgo è arroccato lo rende molto suggestivo: da qui la vista è davvero di quelle da lasciare senza fiato, con lo sguardo che può spaziare dalla Valmarecchia a tutta la costa riminese.

Il borgo è un concentrato di storia: i reperti più antichi vengono fatti risalire tra il X e il VII secolo A.C., dove è evidente l’insediamento della civiltà etrusca.

Dante stesso lo cita in un cantico della Divina Commedia (inf. XXVII, 46-48): E ‘l Mastin vecchio e il nuovo da Verucchio / che fecer di montagna il mal governo, / là dove soglion far dè denti succhi.

Con l’avvento dei Malatesta questo luogo conosce il periodo di maggior sfarzo: la Rocca del Sasso, fortificazione malatestiana tra le più grandi e meglio conservate, ne è la massima testimonianza.

San Leo

Fa parte dei Borghi più Belli d’Italia grazie al suo fascino derivante dalla straordinaria conformazione del luogo e dall’insieme degli edifici che lo compongono.

Il borgo sorge su un imponente  masso roccioso con pareti a strapiombo sulla valle, caratteristica che lo rese un’importante postazione militare. Nella sua fortezza finì i suoi giorni il Conte di Cagliostro.

La vista che si gode da San Leo spazia dalle colline circostanti fino al mare, in uno scenario indimenticabile.

Santarcangelo di Romagna

L’ingresso di questo borgo, sicuramente uno dei più suggestivi della Romagna, è sancito dall’Arco trionfale, costruito nel 1777, dove, durante la Fiera dei becchi (ovvero la fiera dei cornuti), in novembre, troneggia un paio di enormi corna. Secondo la credenza paesana, se le corna dondolano, significa che chi sta attraversando l’arco ne ha un bel paio in testa!

Di Santarcangelo era Tonino Guerra e di lui parlano le tre fontane della Pigna, delle Farfalle e Il Prato Sommerso (“Fermatevi ad ascoltare quello che l’acqua ha da dirvi” suggerisce il grande poeta e sceneggiatore), nonché il Museo che raccoglie i suoi film, i quadri e i libri.

Oltre ad essere un borgo incantevole, con i suoi vicoli, le case colorate e i tanti ristorantini e locali caratteristici, Santarcangelo custodisce una vera città sotterranea fatta di gallerie e cunicoli scavati dall’uomo nell’arenaria e nell’argilla e che durante la II Guerra Mondiale servirono da rifugi per gli abitanti del posto.

Anche Santarcangelo ha la sua rocca malatestiana, in cima al paese. E poi, ecco la Torre Campanaria, simbolo della cittadina: 25 metri di altezza e un orologio che scandisce il tempo ogni quarto d’ora.

Gradara

A sud della Romagna, a pochi chilometri dal confine con le Marche, troviamo Gradara, piccola fortezza anch’essa di origine malatestiana, custodita da mura imponenti.

È  tra le strutture medioevali meglio conservate d’Italia e fu la cornice di una delle più belle storie d’amore della letteratura italiana: quella di Paolo e Francesca, che Dante pone nel girone dei Lussuriosi, nel  V Canto dell’Inferno  e che ha reso famosa la Rocca conferendole un alone di mistero e leggenda.

Vale la pena sia la visita del castello che dei camminamenti della cinta muraria, per la vista spettacolare che parte dai tetti del borgo e si allunga fino al mare.

Repubblica di San Marino

A 20 chilometri da Rimini ecco apparire San Marino, la più piccola e antica repubblica del mondo. Secondo la leggenda, San Marino fu fondata nel 301 D.C. da un tagliapietre di origine dalmata, Marino, che si rifugiò sul Monte Titano per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano.

Arroccata sul monte Titano, San Marino si riconosce ancora prima di arrivare per le sue tre torri che svettano imponenti, simbolo di questa città. Dal cortile di una di queste, la Rocca, la guardia della torre spara a salve durante i giorni di festa.

Urbino

Ma adesso allontaniamoci un po’ e spostiamoci nelle Marche, perché a pochi km da noi c’è Urbino, la città di Raffaello. Patrimonio dell’UNESCO e sede di una delle più antiche università d’Europa (fondata nel 1506), è stata uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano.

Percorrendo le sue strade ripide e strette se ne incontrano gli edifici dell’epoca: l’ex Monastero di Santa Chiara, la Chiesa di San Domenico, il Mausoleo dei Duchi nella Chiesa di San Bernardino, Palazzo Boghi e il Palazzo Ducale, piccola città fortificata la cui costruzione fu iniziata nel 1444 per volere di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, che desiderava creare la Città Ideale. E il Palazzo Ducale doveva essere la dimora principesca più bella d’Italia.

Il palazzo è anche sede della Galleria Nazionale delle Marche che ospita una delle più belle ed importanti collezioni d’arte del Rinascimento italiano.
Sono presenti opere di Raffaello, Piero della Francesca, con la famosa Flagellazione di Cristo, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì.

Da non perdere, la visita al Duomo, costruito tra il XVIII e il XIX secolo, che racchiude al suo interno diverse tele di Federico Barocci, considerato tra i precursori del Barocco.

Ravenna

“Quando voglio capire la storia d’Italia, prendo un treno e vado a Ravenna”
Arnaldo Momigliano

Conosciuta come capitale del mosaico bizantino, Ravenna è molto di più. Qui possiamo ammirare secoli di storia custoditi nei suoi monumenti, 8 dei quali sono nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero degli Ortodossi, il Battistero degli Ariani, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Cappella di Sant’Andrea, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

I più conosciuti sono la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia dove l’unico consiglio che possiamo darvi è di ammirare estasiati la bellezza che vi circonda. Pensate che la città tra il V e il VI secolo D.C. fu uno dei principali centri del mondo. Una storia che parte dall’Impero Romano passando per il regno degli Ostrogoti e l’esarcato Bizantino. Di tutti e tre Ravenna ne fu la capitale.

Quella dei mosaici è un’arte ancora viva e in continua evoluzione. Ne è testimonianza il MAR, il Museo d’Arte della città che oltre a raccogliere una collezione di opere che vanno dal XIV secolo fino ad oggi, organizza mostre tutto l’anno. Imperdibile. E per finire, visitate la splendida Biblioteca Classense, tra le più prestigiose in Italia, che raccoglie 750 manoscritti antichi di cui la metà sono codici databili fra il X e il XVI secolo. Ciò che vi resterà più impresso è l’Aula Magna, realizzata agli inizio del Settecento, con scansie lignee estremamente raffinate e decorate con festoni e frutta e gli splendidi mappamondi.

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